Ciao, sono Daniela e scrivo storie sul mio cane Harry, un cane ansioso.

Daniela ed Harry racconti di cani
cane distrugge cornice

Scrivo per sdrammatizzare l'ansia da separazione del mio cane.

Cos’é l’ansia da separazione?

  • Un cane che soffre di ansia da separazione, se viene lasciato solo è in grado di distruggere tutto e farsi anche del male.
  • Il cane va in ansia, soffre di attacchi di panico come se avesse una fobia tipo quella dei ragni o dei serpenti.
  • È necessario l’aiuto di figure professionali come il veterinario comportamentalista ed un educatore cinofilo specializzato in ansia da separazione.

Perché questi racconti?

Non sono un’educatrice cinofila, altrimenti il mio cane Harry non mi chiamerebbe “tontolona” nelle sue storie.

In realtà, sono una formatrice in alfabetizzazione digitale con un passato da programmatrice.

Non è facile gestire l’ansia da separazione del proprio cane, per cui mi mi sono affidata a professionisti ed ho dovuto documentarmi molto per conoscere meglio il linguaggio dei cani.

In questo percorso ci sono molti momenti di sconforto ed è per sdrammatizzare che ho sentitio l’esigenza di scrivere storie ironiche sulla relazione tra il cane e la sua famiglia di adozione.

Attraverso i miei racconti, condivido quello che sto imparando sul mondo dei cani. 

Ho cercato di immedesimarmi nel mio cane ed ho creato storie in cui immagino che sia il mio cane a parlare.

L’adozione di Harry in un canile

Mi piacciano molto i cani e prima di Harry avevamo una cagnolina di nome Fely.

Fely era un pastore australiano, adottata a due mesi, e, a parte il fatto che era una bomba di energia, non aveva problemi comportamentali.

Poi promisi a Fely che avrei adottato un cane in un canile. Arrivò Harry che noi pronunciamo Arrri – sì con tre erre.

Credevo, a torto, di sapere molto sui cani.

Ero anche consapevole che sarebbe stato un percorso non semplicissimo ed avevo preventivato di farmi aiutare da un educatore.

Ero intenzionata ad adottare un cane femmina, di massimo 15 chili e già adulta.

Quando arrivai al piccolo canile di Nyon, in Svizzera, dove abitiamo, c’era una mamma con quattro cuccioli di cinque mesi. La mia intenzione era quella di adottare la mamma, che, in quanto cane randagio, sicuramente conosceva già il mondo. Ma quando arrivai con mio marito e i miei due figli, mi paralizzai.

Li avrei adottati tutti. Tutti ci saltavano addosso, come se ci dicessero: prendete me, prendete me! Ma questa è un’interpretazione tutta umana, il cane non sa ancora che sarà adottato.

Insomma alla fine, non scelsi e feci scegliere al resto della mia famiglia.

Chi scelsero? Harry, ovviamente, un cucciolo maschio, il più grande della cucciolata.

Al canile ci dissero che era quello che faceva un po’ il capetto tra i cuccioli. Non avevo badato a questa frase. Solo in seguito capii che faceva il capetto perché era un cane insicuro e se le era pure prese dai suoi fratelli.

Mi sono, così, trovata a gestire un cagnolino di 5 mesi che non aveva ancora socializzato con gli umani e con sindrome di privazione sensoriale agli stimoli esterni. Ebbene sì, Harry fin dalla nascita ha conosciuto solo la gabbia con sua madre ed i suoi tre fratelli.

La sua mamma è stata un’ottima madre perché Harry interagisce molto bene con gli altri cani quando non è al guinzaglio e conosce molto bene il linguaggio dei cani. Sua madre, però, non ha potuto renderlo autonomo visto che è stata costretta a stare in una gabbia con i suoi cuccioli. Questo può generare nel cucciolo mancanza di autonomia, mancanza di fiducia in sé stesso e, ahimé, anche l’ANSIA DA SEPARAZIONE.

Un cane che soffre di ansia da separazione, se viene lasciato solo è in grado di distruggere tutto e farsi anche del male. Il cane va in ansia, soffre di attacchi di panico come se avesse una fobia tipo quella dei ragni o dei serpenti.

Danni del cane che soffre di ansia da separazione

 

Ed Harry soffre proprio di ansia da separazione, se poi ci aggiungiamo che ha una mamma umana ansiosa, sicuramente non lo aiuta a superare il problema.

Fin dalla prima settimana di adozione mi sono affidata ad un educatore cinofilo. Usava metodi che non mi convincevano, basati sulla dominanza dell’uomo sul cane. Nel frattempo mi documentavo leggendo i libri più svariati sulla relazione con il cane. E l’approccio che più mi interessava era quello cognitivo zooantropologico. Il cane visto come individuo in grado di pensare, di ragionare e di avere emozioni.

Non ho trovato nella zona in cui vivo un’educatrice specializzata in questo metodo, ma mi sono affidata ad un’educatrice che va in quella direzione.

Non ti nascondo che ci sono stati giorni in cui mi svegliavo e mi dicevo “ma chi me l’ha fatto fare?” ed anche se oggi ci sono molti miglioramenti, il percorso è ancora lungo.

Nonostante tutto continuo a pensare che non posso vivere senza cane e che non posso vivere senza Harry.

Attraverso questo diario, immaginato scritto dal mio cane in tono ironico e divertente, vorrei condividere gli sforzi che Harry ed io facciamo ogni giorno per capirci.

Vorrei anche condividere quello che sto imparando sul mondo dei cani sperando che possa essere utile a chi si trova in una situazione difficile con il proprio cane, al limite del “lo riporto in canile”.